E' successo di tutto.
I ritardi all'ingresso, il secondino incazzato con le
telecamere, il panino allo spaccio del carcere.
Il Comandante del Reparto insediato da tre giorni che appena
arrivati mi abbraccia dichiarandosi grande fan della Barnetti Bros Band.
Alle 18 entrano le prime facce familiari, inizia il sollievo
e si allenta la pressione emotiva del torbido profilo architettonico di
Sollicciano.
Il cambio d'abito dietro al palco, si resta letteralmente in
mutande dentro ad un carcere.
Senza deodorante.
Antonio Gramentieri aka Toni Delone che intanto fa le
flessioni, Diego Sapignoli legge Uncut (Replacements in copertina), Francesco
Giampaoli in beautitudine pre-concerto as usual.
Francesco Valtieri fuma.
(una sigaretta).
Arriva Riccardo Ventrella (papillon e occhiali da sole in
tasca, che stile), assieme a lui anche il sindaco, al quale orgogliosamente
faccio presente le mie radici di Rifredi.
Solo che per lui io sono un membro dei Sacri Cuori, e lo
dice sul palco nel discorso iniziale.
"Non pensavo che avrei dovuto farlo, ma devo correggere
il sindaco: IO sono Massimiliano Larocca da Rifredi, e QUESTI sono i Sacri
Cuori.
Hello, i'm
NOT Johnny Cash".
E si parte.
Live at
Folsom Prison va liscio e automatico, con qualche devianza, tipo "The
singer" in versione Nick Cave & The Bad Seeds / Kicking against the
pricks e "Wanted man" di dylaniana penna.
Ma il piu' e' cio' che accade SOTTO al palco:
alle prime note di Folsom Prison Blues parte la bomba
incendiaria dei detenuti che ballano, ululano, strepitano.
Cocaine blues: si alza Ali (il nome lo scopriremo strada
facendo) dalle terze file (settore uomini) e inizia a ballare in uno stile che
e' l'esatto punto di incontro tra Elvis, Khaled e i danzanti latinoamericani
degli anni 80.
Pubblico in delirio.
Saltano tutti gli schemi, alla Zeman.
A turno, ballano tutti: uomini, donne, transgeder, il
Sindaco e gli assessori.
Spesso tutti assieme, nella pista sottostante al palco.
Finale: Massimo Altomare e i ragazzi dell'Orchestra
ristretta suonano con noi dei brani nati tra le Mura.
E poi: i Cuori partono con "Madalena", e siamo a
Rimini nel 1988, con trenini improbabili che vedono il Sindaco ed Ali spalla a
spalla.
Pazzesco.
Ultimo pezzo: cazzo, penso, domani e' il 1 maggio pure,
vogliamo ricordarlo?
"Scarpe di lavoro" a mille.
Bolgia e saluti.
Dopo: in sala ci si saluta tutti, io agguanto una decina di
copie di "Qualcuno stanotte" e i ragazzi mi prendono d'assalto.
Le regalo tutte.
Saluto tante persone del pubblico "normale" (?),
poi mi si avvicina un signore distinto, e' arabo.
Ha un mio disco in mano (lo deve aver afferrato nella
mischia precedente) e mi chiede di autografarlo con dedica ai due suoi bambini
che non vede da molto: "stasera ci avete fatto evadere".
Buonanotte Sollicciano, ciao.
(Scritto da Massimiliano Larocca e tratto dalla sua pagina Facebook)
Pubblicato per gentile concessione del nostro Max.
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