martedì 24 maggio 2016

Mattia Ringozzi - "PENDOLARI"


Era il mese di aprile del 2010 quando, per la prima volta, presentammo sul TONNUTO il giovane cantautore ligure Mattia Ringozzi.
All'epoca Ringozzi debuttò con il suo primo lavoro intitolato LE STRADE.
Un disco che ci era piaciuto.
Conteneva tre/quattro canzoni davvero molto belle e, di fatto, rappresentava la nascita di una nuova promessa nell'ambito della giovane leva dei cantautori italiani.
Ora, a distanza di sei anni, Mattia Ringozzi ha realizzato un nuovo lavoro. 
Le sue storie hanno sempre a che vedere con il viaggio e così se il primo lavoro LE STRADE era come una sorta di mappa della via da percorrere, questo nuovo PENDOLARI mette in primo piano i viaggiatori.
PENDOLARI si compone di nove nuove canzoni  che ci accompagnano per quasi quaranta minuti di ottima musica.
Ringozzi è degno erede dei Maestri della scena Ligure. 
Su questo non vi è il minimo dubbio.
Se l'esordio del 2010 lasciava spazio a margini di miglioramento, questi anni passati  "sulle strade" della musica ne hanno affinato senz'altro il talento.
Già dall'iniziale ballata  AMORE MIO SORRIDI  la scommessa di Ringozzi è vinta. Canzone dallo stupendo lieve incedere con un tappeto sonoro magicamente ricamato intorno ad una storia fatta di amore e di un "ritorno"  la canzone è un ottimo viatico per il resto del viaggio. Un biglietto di sola andata per il magico mondo dei Pendolari.
VECCHIA AMICA VIGLIACCHERIA è un'allegra  ballata. Tutto intorno c'è aria di festa.
L'OMBRA DELLA LUNA ci riporta ad atmosfere più intimistiche. Ci avvolgono tutto intorno i  ricordi "E la tua piazza che si fa periferia / e ti ha visto fiorire / crescere e sognare / studiare danza sì/ ma con la voglia di cantare". Splendida ballata  consacrata dalla luna.
IL MARE DI SETTEMBRE  si apre con un piano che lento introduce il lieve cantato di Ringozzi in questa ballata che, come tutte le storie di mare, raccontate da chi lo conosce bene regala forti emozioni, sia per l'ottimo tappeto sonoro, sia per l'ispirato testo di Mattia. Una meraviglia.
PENDOLARI  potrebbe un giorno diventare l'Inno di tutti i Pendolari liguri. Ringozzi con un'ottima carica ironica tratteggia in pochi minuti l'identikit del "pendolare ligure". Un'altra autentica gemma in questo sorprendente disco.
Dopo lo sferragliata ironica della canzone precedente  Mattia Ringozzi  riporta nuovamente il treno di questa sua opera su binari decisamente più poetici. Nasce così la  superlativa CERCHERO' LA TUA MANO. Ballata d'amore a tinte pastello. Stupenda.
IL FILTRO DELLA NOTTE prosegue su  ritmi lenti e riflessivi. Una strumentazione che via via riempie l'aria  partendo da poche note di piano per regalarci il momento - a mio parere - più alto del disco. Una  visione poetica stupenda quella di Ringozzi: "Ora ho trovato un buco aperto / dietro al bianco di un bicchiere / cercano di farmi mollare / occhi di vite sotto chiave / ma primavera arriverà / neve di pioppi sul viale / quel vento porta sulle scelte e sul futuro / ancora amore e libertà." Una canzone  incredibile. Una delle più belle sentite in questo 2016. Un pezzo superlativo.
TEMPO AL TEMPO che apre con un tappeto sonoro minimale, solo chitarra e voce, è un'altra bella ballata che cresce ascolto dopo ascolto. 
TRENI  la posso definire come una preghiera laica al mezzo di locomozione ? Ma certamente sì. Il viaggio qui finisce e come finire nel migliore del modi una stupenda cavalcata musicale come quella di questo PENDOLARI ? ...
L'avesse ascoltata uno come Johnny Cash che dei treni era innamorato l'avrebbe presa e l'avrebbe cantata come fosse stata sua.
Cosa dire di questo disco ? 
Che è stata una grandissima -  gradita -  sorpresa. 
Mattia Ringozzi di strada, da quel disco d'esordio del 2010,   ne ha fatta davvero tanta.
E' diventato un Cantautore con la C maiuscola e sono contento di averlo incrociato per le strade della Musica.








mercoledì 11 maggio 2016

Gianfilippo Boni: "GIANFILIPPO BONI"




Gianfilippo Boni è un autentico Artigiano della Musica: è un cantautore di vaglia ma anche  un fine musicista che incanta col suo pianoforte. Ma Boni è anche un ottimo e quotato produttore.
Nel suo “Paso Double Studio” in quel di Bagno a Ripoli, nei pressi di Firenze, sono passati molti dei dischi che ho amato e ascoltato nel recente passato.
Così quando l’altra sera, in quel dell’1&25CIRCA a Cantù, ho avuto l’opportunità di conoscere Boni di persona ho avuto la conferma di quanto di buono avevo pensato sul suo conto.
Una persona splendida Boni. Un uomo di Musica.
L’amico Massimiliano Larocca  presentandolo dal palco dello storico locale di Cantù ha detto facendo riferimento alla sua personale passione per il Cavaliere Oscuro: “Ogni Batman ha il suo Robin …” – indicando Boni -  ed è così. Realmente così. In quasi ogni passo della carriera musicale di Massimiliano c’è sempre costante la presenza di Gianfilippo Boni.
Se penso al disco d’esordio di Larocca, “IL RITORNO DELLE PASSIONI”  ricordo che lì, per la prima volta ho incrociato il pianoforte suonato da Boni. Un lavoro superbo il suo  in quel disco che fu registrato proprio al  “Paso Double Studio”. E sempre il duo Larocca-Boni produsse  il successivo album di Max, LA BREVE ESTATE.
Boni ha prodotto anche alcuni capolavori “artigianali” tipici toscani, come PICCOLE ANIME SOLE e SASSO del bravissimo cantautore Massimo Chiacchio, FOTOGRAFIE di Francesco Garito ed ha poi prestato il suo pianoforte anche alla “nostra” Giulia Millanta.
Poche settimane fa ho potuto ascoltare il nuovo – splendido - disco del cantautore fiorentino  Marco Cantini SIAMO NOI QUELLI CHE ASPETTAVAMO. Un lavoro che Boni ha prodotto ed arrangiato insieme a Cantini stesso. Un disco che è un capolavoro.
Recentissima la sua collaborazione con lo storico gruppo toscano dei DEL SANGRE con i quali ha cooprodotto l’album IL RITORNO DELL’INDIANO. Ricordo ancora, di un vecchio album degli stessi DEL SANGRE sempre prodotto da Boni  (“… UN NOME AD OGNI PIOGGA …”), lo splendido lavoro di Gianfilippo all’organo wurlitzer nel brano MARCELLA AU REVOIR.
Ma in mezzo a tutto questo lavoro per conto di altri Boni si è ritagliato il tempo per mandare alle stampe tre dischi a suo nome.
Non conosco i primi due lavori mentre questo suo terzo disco che, come vuole la “Regola del Numero Perfetto”,  è intitolato semplicemente GIANFILIPPO BONI l’ho ascoltato diverse volte nel giro di tre giorni e già lo amo come uno di quello dei suo “fratelli toscani” (Larocca, Millanta, Chiacchio, Garito, Del Sangre).
Il disco di Boni ha una copertina bellissima che, sola, già predispone bene all’ascolto: un uomo e una donna che abbracciati ballano una musica che è senza tempo. Le illustrazioni splendide sono opera di Francesco Chiacchio (immagino figlio di Massimo) mentre il progetto grafico è di Marina Giaccio.
Sin dall’iniziale PASSANO  i testi e le musiche di Boni toccano le corde dell’animo nel profondo. Con Gianfilippo  impegnato al pianoforte e voce ci sono Lorenzo Forti al basso, Bruno Mariani alle chitarre elettriche e acustiche e Fabrizio Morganti alla batteria. La voce di Boni, in alcuni momenti,  mi ricorda in maniera assoluta il cantato di Francesco Baccini. Una voce bella ed espressiva  che mi è diventata subito familiare.
POTREI si avvale dell’ottimo clarinetto di Nico Gori che ricama in maniera splendida un pezzo che diverte per la sottile ironia che emana.
IN OGNI STANZA è una canzone di grande impatto emotivo. Racconta dell’assenza in maniera dolce e delicata. Boni si conferma un cantautore a tutto tondo. Tratteggia la storia e così nella stanza è come se ci fossimo noi. Da segnalare l’ottimo lavoro di Claudio Giovagnoli al sax soprano e Marco Fontana alla chitarra.
SENZA DI TE  riprende dolcemente il tema della canzone precedente. Ottimo il tappeto sonoro ad opera di Forti, Morganti & Mariani.
TI OFFRO  è un’altra dolce love-song che con quei versi finali “Saremo due amanti / col cuore gonfio di botte / Ci stringeremo le mani / e troveremo la notte” sigilla una bella storia d’amore.
CON LA CRISI CHE C’E’  è una canzone dal sapore decisamente più rock delle precedenti. Il brano vede, oltre al pianoforte di Boni,  il “nostro” Bernardo Baglioni alle chitarre elettrice, Donald Renda alla batteria, Giovagnoli al sax tenore e il sempre presente Lorenzo Forti con il suo basso.
SENZA DISTURBARE è una poesia mutuata in canzone. Quasi una sorta di testamento. Il testo è splendido e conferma che Boni ha una mano  “illuminata”. Nel brano il lavoro di Gianfilippo al piano, synth e di Forti al basso e chitarra.
FINTA DI NIENTE è una sorta di lettera alla persona amata. Ed è un altro momento di grande poesia. Con un ottimo lavoro delle chitarre elettriche per mano di Baglioni e Fontana.
COMPLETAMENTE SENZA è la definitiva consacrazione dell’”assenza” un tema che è evidentemente al centro del cuore pulsante del lavoro di Gianfilippo Boni. Da segnalare Guido Masi alle chitarre elettriche e l’ottimo lavoro di Giovagnoli al sax soprano.
VAN GOGH è una sorta di “fuoco d’artificio” finale con l’ospitata del Grande Stefano Bollani. Lo schieramento è il seguente: Boni alla voce e pianoforte, Stefano Bollani al piano e fisarmonica, Nicola Vernuccio al contrabbasso, Vieri Bougleux e Leonardo Boni alle chitarre acustiche, Marco Barsanti alla batteria ed Enrico Fabio Cortese all’arrangiamento e programmazione degli archi. Il brano è un geniale omaggio al sommo pittore  ed il tappeto sonoro è davvero splendido … proprio come un dipinto.
In questo viaggio fatto di 10 canzoni e quaranta minuti di adorabile musica sono entrato dentro il mondo artistico di Gianfilippo Boni.
E così, dopo aver sostato per anni fuori dalla porta ed averlo comunque apprezzato per il lavoro fatto nei dischi altrui,  finalmente ho avuto accesso alla sua poetica visione delle cose.
Un Artigiano della Musica: questo è in sintesi Gianfilippo Boni.
Una Grande Persona.


domenica 1 maggio 2016

Donny Hathaway: "EVERYTHING IS EVERYTHING



EVERYTHING IS EVERYTHING  è uno straordinario album di soul. Tra accenti rhythm & blues e qualche spruzzata di funky,  questo disco del 1970,  è un magnifico viaggio onirico che celebra l’arte  di fare una musica che ormai non esiste più.
Donny Hathaway già a tre anni d’età cantava i gospel  in chiesa assieme alla nonna.
Possiamo dire, a ragione, che  sia stato il più giovane cantante gospel degli interi Stati Uniti D’America.
La morte se lo porta via,  a soli trentatré anni,  nel gennaio del 1979: una morte strana. Perché Donny viene ritrovato privo di vita sul selciato davanti ad un Hotel  di New York dove aveva alloggiato. Ufficialmente il caso venne archiviato come suicidio. Donny si sarebbe buttato dal quindicesimo piano. Ma pochi, tra quelli che lo conoscevano,  hanno mai creduto sino in fondo a questa tesi. Cosa sia successo veramente in quella notte del 13 gennaio 1979 non lo saprà mai nessuno.
“EVERYTHING IS EVERYTHING”  fu il suo disco d’esordio.  Prodotto dall’Atlantic Records nel 1970 è uno dei dischi di soul più belli di ogni epoca. Un disco nel quale con arte cristallina Hathaway svaria dal funky al blues, dal soul puro ai ritmi proprio della tradizione  afro-americana.
Un disco che, purtroppo, conoscono i pochi cultori di un genere che, ai nostri tempi, pare essere finito nel dimenticatoio.
Ed è un peccato.
Perché  le canzoni da lui scritte per questo  disco, come VOICES INSIDE (EVERYTHING IS EVERYTHING),  SUGAR LEE, THANK YOU TO THE MASTER (FOR MY SOUL), THE GHETTO, TRYIN’ TIMES,   sono  autentici gioielli di una purezza e bellezza incomparabile. Sono canzoni che mandate a tutto volume riempiono le nostre stanze di splendidi suoni e  creano atmosfere uniche.
Basterebbe chiudere gli occhi e in men che non si dica saremmo anche noi a ballare, lì in quel cerchio che c’è sulla copertina del disco, lì nel GHETTO di St. Louis, in Missouri,  lì con Donny & i suoi ragazzi  … nel cerchio della vita vista con gli occhi del soul. Dell’anima.




(VOICES INSIDE - EVERYTHING IS EVERYTHING)