mercoledì 15 giugno 2016

LOHREN - "Felici di niente"


LOHREN è il nome artistico scelto da Giulia Lorenzoni e Luca Zadra per "battezzare" il loro progetto musicale: un duo,  batteria e voce, abbastanza inconsueto. 
Questo progetto parte da basi solide: validissime liriche in prima battuta e poi a seguire l'ottima voce di Giulia che, tra effetti più o meno "distorsivi",  è un'arma assolutamente vincente.
Il loro disco d'esordio FELICI DI NIENTE si compone di 16 tracce per poco meno di cinquanta minuti di musica.
Lo stile musicale è vario. E qui inserirli "under file" è abbastanza difficile. Un ottimo mix tra musica d'autore, musica leggere con venature di una buona dose di swing e jazz. Una musica che gira a trecentosessanta gradi intorno alla più pura musica d'autore.
Particolare  anche la scelta della foto di copertina del disco che vede i due giovani ragazzi romani brindare alla "felicità di niente"  completamente svestiti, presentandosi al pubblico esattamente così come mamma li ha fatti.
L'immagine, suggestiva, ad opera di Giulia De Filippis  evoca poi il concetto che è alla base di tutto il lavoro: cioè esaltare la semplicità delle cose e farlo con quell'intelligenza e arguzia tipica di chi rende semplici le cose "difficili".
L'intuizione del "titolo"  FELICI DI NIENTE è ad opera dell'illustre Maestro Luciano Michelini a cui i Lohren dedicano l'intero disco.
Delle sedici tracce che compongono il disco 14 sono brani originali del duo romano mentre due sono le cover presenti: SFIORIVANO LE ROSE dell'indimenticabile Rino Gaetano e MALAIKA celebre love-song  del cantautore keniota Fadhili William.
E già le scelte delle cover fanno intuire che Giulia e Luca  hanno una solida cultura musicale. Hanno scelto canzoni particolari e assolutamente non banali.
Registrato presso gli "Orange Studio" con la direzione artistica di Luigi Piergiovanni - deux ex machina della casa discografica Interbeat che ha prodotto il disco - al disco hanno partecipato anche diversi giovani artisti romani: Fabio Zaninotto alla chitarra,  Carlo Senna al theremin, Ludovico Franco alla tromba, Lorenzo Nanni alla fisarmonica, Tobias Nicoletti, Emanuele Guarnieri alle percussioni bantu nel brano MALAIKA, e Luca Lorenzini agli effetti speciali.
Tra le canzoni da ascoltare assolutamente ci sono OGGI NO e INSONNIA che sono state fatte oggetto di uno stupendo video musicale, le già citate MALAIKA, SFIORIVANO LE VIOLE, SOLITUDINE, LA DANZA DELLA PIOGGIA ... per citare quelle che più  mi hanno colpito.
Quello dei Lohren è un progetto valido. Musica Nuda. A tutto tondo.








(Lohren - Oggi no/Insonnia)










giovedì 2 giugno 2016

Glenn Jones - FLEETING


Degno erede di un genere chitarristico denominato AMERICAN PRIMITIVE GUITAR Glenn Jones, artista americano classe 1953, arriva con questo FLEETING a pubblicare il suo settimo disco da solista.
Allievo della "Takoma School" del grande John Fahey  di cui Jones fu grande amico, e l'eredità del quale rivive sempre nelle note della sua chitarra,  Jones è stato anche il fondatore del gruppo  di musica strumentale CUL DE SAC attivo nei primi anni novanta.
Per registrare questo nuovo lavoro Jones ha scelto di ritirarsi, ospite di amici,  in una casa sperduta nei boschi presso il Rancocas Creek a Mount Holly, nel New Jersey.
E proprio l'atmosfera bucolica che ha circondato le registrazioni del disco, considerato anche che la casa non aveva alcuna insonorizzazione e pertanto  i rumori della natura sono stati presi in diretta, conferiscono all'opera un suono "unico e raro".
Dieci splendide composizioni per poco meno di quaranta minuti di una musica che definire "pura" è un eufemismo. 
Un musica davvero "libera" da ogni orpello e che, ascoltata con la giusta attenzione. consente di percepire in pieno la straordinaria perizia chitarristica di Glenn Jones e del suo fingerpicking eseguito con accordature fuori dai canoni convenzionali.
Una straordinaria sequela di suoni che mettono davvero l'ascoltatore in contatto con una Musica Superiore.
Nel disco trovano spazio solo le note della chitarra e del banjo di Glenn Jones che, nell'occasione, è stato coadiuvato dall'ottimo lavoro di Laura Baird che si è occupata della registrazione dell'opera.
Nelle dieci tracce del disco trovano spazio due canzoni PORTRAIT OF BASHO AS A YOUNG DRAGON e  CLOSE TO THE GROUND dedicate a due "Eroi" musicali a cui Jones concede il giusto tributo: prima allo straordinario chitarrista Robbie Basho scomparso già da anni e poi all'inglese  Michael Chapman in ricordo di una notte di musica insieme ad Amsterdam nel dicembre del 2014.
Ci sono poi due brevissimi pezzi eseguiti con il banjo CLEO ASLEEP  e CLEO AWAKE che Jones dedica alla piccola Cleo figli di suoi amici.
Strepitose per incedere e ritmo sono l'iniziale FLOWER TURNED INSIDE-OUT, GONE BEFORE e MOTHER'S DAY  mentre il pezzo  IN DURANCE VILE ispirata dagli scritti del russo Wassily Kandisky ha rimembranze decisamente più inquietanti e a tinte piuttosto fosche.
In SPOKANE RIVERS FALLS, che vede Jones impegnato al banjo,  si rievoca il luogo della nascita e il suono della cascata d'acqua accompagna le note finali della registrazione. Stupenda.
Chiude il disco JUNE TOO SOON, OCTOBER ALL OVER  una formidabile "ninna nanna" nel contesto sonoro della quale trovano spazio i suoni della natura registrati in presa diretta: lo splendido cantico dei grilli notturni che, in sottofondo,  accompagnano tutto il pezzo  e il cinguettio degli uccellini che si svegliano alle prime luci dell'alba sono, immerse nelle note della chitarra di  Jones, una esperienza d'ascolto davvero unica e rara.
Come unica e rara è la perizia di Glenn Jones.
Un Gigante.

PS Il disco è dedicato da Jones alla memoria della madre Audrey scomparsa nell'aprile 2015.



(GLENN JONES - FLOWER TURNED INSIDE-OUT)



(GLENN JONES - MOTHER'S DAY)















 




LEDI - Cose da difendere


"COSE DA DIFENDERE" è il titolo con cui il cantautore italo-albanese Ledi  ha mandato alle stampe la sua opera prima.
L'album, che è uscito nei primi giorni di maggio, si compone di nove tracce autentiche (testo e musica)  di Ledi spalmate in poco più di trenta minuti di ottima musica.
Se, nella struttura, le composizioni di Ledi si possono tranquillamente catalogare under-file "cantautorato puro" il tappeto sonoro sul quale queste liriche si vanno a svolgere è molto variegato.
Il suono con cui Ledi veste le sue composizioni contempla, al fianco a strumenti come chitarre acustiche, basso, violoncello e clarinetto, anche una buona dose di componente elettronica.
Un'elettronica "buona", che è al servizio delle liriche, ed è funzionale al progetto senza invadere lo spazio degli strumenti più "puri" del cantautorato acustico.
La canzone che titola l'intero lavoro COSE DA DIFENDERE è anche la prima del disco. E subito l'ottimo lavoro di Chiara Enrico e Ledi alla consolle dell'elettronica invade la stanza con suoni che evocano alla mia memoria echi di lavori lontani che ho amato (Battiato, Alice, Carboni ... tra i tanti che hanno utilizzato la componente elettronica per movimentare il loro suono e rendere epiche le loro composizioni). Le liriche di Ledi sono molto intimistiche e viaggiano sul confine dove l'animo ha le "proprie" cose care che vanno difese. Magistrale nello stendere pensieri molto complessi e tematiche profonde.
TELEMACO racconta lo svolgersi di una vicenda umana molto travagliata la cui conclusione, nella strofa  "Non servono eroi / ma padri.",  racconta della solitudine di madri e figli allorché i padri mancano come conseguenze di "guerre che non scelsi". Toccante.
In PENELOPE il ritorno dell'amato  è anche il ritorno della donna alla sua condizione di Regina della Casa. "Dove hai imparato che il prezzo del suo eterno / lo paga caro la schiena di una donna / dove d'autunno le vene delle foglie / dicon di te e di primavere smorte / ed anche un altro inverno / Penelope lo sai stanotte tornerò / e ti darò l'amore, e tornerai Regina."
DEVO TORNARE AL NORD è un'altra bella ballata dove l'elettronica veste le liriche di Ledi in maniera scintillante. Le  improvvise accelerazioni del ritmo della musica e dei vari campionamenti degli accordi regalano momenti di musica eccelsa. Ritorna Penelope perché proprio "al nord" "tra i suoi campi di grano / che di Penelope hanno gli occhi" e ritornato versi splendidi che, alla fine regalano un immagine suggestiva e malinconica: "devo tornare al nord dove oceani di rabbia / dal petto strappano la pace / per non morire in cassetti, vuoti / come cose dimenticate."
In UN TEMPO  Ledi  contempla e racconta le vicende che si legano a quel concetto cui diamo il nome di "tempo":"e freme tutto dentro / se non ti basta il tempo."
NAUSICAA  mette in evidenza , se ce ne fosse ancora bisogno giunti a questo punto del disco,  la straordinaria vena poetica che si allunga, come le ombre della sera,  sulle liriche di Ledi. Un artista che riesce a mettere i sentimenti dentro le storie che racconta. E nascono così versi stupendi come questo: "E allunghi la notte / perché tu sai che quando crolla il giorno / si vedono le rose / tu sai che quando soffia il vento / risuona molte cose."
COM'ERA PRIMA  ha il dolce incedere di una ballata mista tra i ricordi e le nostalgie: "se ripensiamo a com'era prima / quando tutto era facile / quando i rivoli di sole tra le dita riposavan tra di noi."
QUELLO CHE STA IN ARIA  ha un refrain fra i più piacevoli del disco "alla pazzia di non provare ad amarmi / preferisco quella di provarci almeno un po' / alla pazzia di non provare a sognarci / preferisco quella di provarci almeno un po'." che ritorna subito alla mente dopo il breve volgere di un ascolto.
La sorpresa più straordinaria di queste COSE DA DIFENDERE  Ledi la inserisce alla fine del disco, nella conclusiva ZEMRA INE.
La prima volta che ho ascoltato il disco non sapevo nulla di Ledi, chi fosse, da dove venisse ... così ho ascoltato il disco ma, giunto alla traccia 9, non riuscivo a capire la canzone. Che dialetto era ? Che lingua era ? Poi ho letto, mi sono informato ed ho scoperto che la canzone è cantata  in lingua albanese. 
Per chiudere il disco con dentro le COSE DA DIFENDERE Ledi ha scelto di comporre e cantare l'ultima canzone nel suo idioma natale. 
E così ZEMRA IME  che in italiano significa CUORE MIO è entrata nel mio cuore passando per la via principale.
Una canzone magnifica che si apre dolcemente con un piano  che magistralmente fa da sottofondo a tutto il brano. Bellissima.
Tutte le COSE DA DIFENDERE  questo giovane cantautore le ha messe dentro questo disco ben sapendo che la musica ha il prezioso dono di essere eterna. 
E così dentro un dischetto ci sta tutto il mondo di Ledi,  un cantautore che sa raccontare in maniera chiara e lucida le dinamiche che muovono l'animo umano.



(LEDI - ZEMRA INE)





(LEDI - PENELOPE)