giovedì 2 giugno 2016

LEDI - Cose da difendere


"COSE DA DIFENDERE" è il titolo con cui il cantautore italo-albanese Ledi  ha mandato alle stampe la sua opera prima.
L'album, che è uscito nei primi giorni di maggio, si compone di nove tracce autentiche (testo e musica)  di Ledi spalmate in poco più di trenta minuti di ottima musica.
Se, nella struttura, le composizioni di Ledi si possono tranquillamente catalogare under-file "cantautorato puro" il tappeto sonoro sul quale queste liriche si vanno a svolgere è molto variegato.
Il suono con cui Ledi veste le sue composizioni contempla, al fianco a strumenti come chitarre acustiche, basso, violoncello e clarinetto, anche una buona dose di componente elettronica.
Un'elettronica "buona", che è al servizio delle liriche, ed è funzionale al progetto senza invadere lo spazio degli strumenti più "puri" del cantautorato acustico.
La canzone che titola l'intero lavoro COSE DA DIFENDERE è anche la prima del disco. E subito l'ottimo lavoro di Chiara Enrico e Ledi alla consolle dell'elettronica invade la stanza con suoni che evocano alla mia memoria echi di lavori lontani che ho amato (Battiato, Alice, Carboni ... tra i tanti che hanno utilizzato la componente elettronica per movimentare il loro suono e rendere epiche le loro composizioni). Le liriche di Ledi sono molto intimistiche e viaggiano sul confine dove l'animo ha le "proprie" cose care che vanno difese. Magistrale nello stendere pensieri molto complessi e tematiche profonde.
TELEMACO racconta lo svolgersi di una vicenda umana molto travagliata la cui conclusione, nella strofa  "Non servono eroi / ma padri.",  racconta della solitudine di madri e figli allorché i padri mancano come conseguenze di "guerre che non scelsi". Toccante.
In PENELOPE il ritorno dell'amato  è anche il ritorno della donna alla sua condizione di Regina della Casa. "Dove hai imparato che il prezzo del suo eterno / lo paga caro la schiena di una donna / dove d'autunno le vene delle foglie / dicon di te e di primavere smorte / ed anche un altro inverno / Penelope lo sai stanotte tornerò / e ti darò l'amore, e tornerai Regina."
DEVO TORNARE AL NORD è un'altra bella ballata dove l'elettronica veste le liriche di Ledi in maniera scintillante. Le  improvvise accelerazioni del ritmo della musica e dei vari campionamenti degli accordi regalano momenti di musica eccelsa. Ritorna Penelope perché proprio "al nord" "tra i suoi campi di grano / che di Penelope hanno gli occhi" e ritornato versi splendidi che, alla fine regalano un immagine suggestiva e malinconica: "devo tornare al nord dove oceani di rabbia / dal petto strappano la pace / per non morire in cassetti, vuoti / come cose dimenticate."
In UN TEMPO  Ledi  contempla e racconta le vicende che si legano a quel concetto cui diamo il nome di "tempo":"e freme tutto dentro / se non ti basta il tempo."
NAUSICAA  mette in evidenza , se ce ne fosse ancora bisogno giunti a questo punto del disco,  la straordinaria vena poetica che si allunga, come le ombre della sera,  sulle liriche di Ledi. Un artista che riesce a mettere i sentimenti dentro le storie che racconta. E nascono così versi stupendi come questo: "E allunghi la notte / perché tu sai che quando crolla il giorno / si vedono le rose / tu sai che quando soffia il vento / risuona molte cose."
COM'ERA PRIMA  ha il dolce incedere di una ballata mista tra i ricordi e le nostalgie: "se ripensiamo a com'era prima / quando tutto era facile / quando i rivoli di sole tra le dita riposavan tra di noi."
QUELLO CHE STA IN ARIA  ha un refrain fra i più piacevoli del disco "alla pazzia di non provare ad amarmi / preferisco quella di provarci almeno un po' / alla pazzia di non provare a sognarci / preferisco quella di provarci almeno un po'." che ritorna subito alla mente dopo il breve volgere di un ascolto.
La sorpresa più straordinaria di queste COSE DA DIFENDERE  Ledi la inserisce alla fine del disco, nella conclusiva ZEMRA INE.
La prima volta che ho ascoltato il disco non sapevo nulla di Ledi, chi fosse, da dove venisse ... così ho ascoltato il disco ma, giunto alla traccia 9, non riuscivo a capire la canzone. Che dialetto era ? Che lingua era ? Poi ho letto, mi sono informato ed ho scoperto che la canzone è cantata  in lingua albanese. 
Per chiudere il disco con dentro le COSE DA DIFENDERE Ledi ha scelto di comporre e cantare l'ultima canzone nel suo idioma natale. 
E così ZEMRA IME  che in italiano significa CUORE MIO è entrata nel mio cuore passando per la via principale.
Una canzone magnifica che si apre dolcemente con un piano  che magistralmente fa da sottofondo a tutto il brano. Bellissima.
Tutte le COSE DA DIFENDERE  questo giovane cantautore le ha messe dentro questo disco ben sapendo che la musica ha il prezioso dono di essere eterna. 
E così dentro un dischetto ci sta tutto il mondo di Ledi,  un cantautore che sa raccontare in maniera chiara e lucida le dinamiche che muovono l'animo umano.



(LEDI - ZEMRA INE)





(LEDI - PENELOPE)










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