giovedì 28 marzo 2019

Luca Maciacchini - IMPARARE DAL TACCHINO



A cinque anni di distanza dal precedente disco "QUANDO ERAVAMO QUASI NEMICI"  ritorna con un nuovo lavoro l'amico Luca Maciacchini.
Il poliedrico artista varesino, cantautore, attore e scrittore per questo suo ritorno discografico confeziona un ottimo lavoro che dispensa in 11 nuove canzoni  40 minuti di musica "Geniale".
Il disco precedente ci era piaciuto molto e gli avevamo dedicato un numero della "nostra versione" express de IL TONNUTO. Ma è tutta la vicenda artistica di Maciacchini che ci ha, da sempre, appassionato e l'abbiamo seguita lungo la nostra rotta "tonnuta" anche con una bella intervista che, se volete, potete rileggere sul nostro sito web www.iltonnuto.it.
Il titolo di questo nuovo album prende spunto da una citazione del filosofo-matematico statunitense di origine libanese Nassim Taleb, contenuta nel saggio "Il cigno nero", in cui l'esperto di matematica finanziaria affronta il tema della sfiducia nelle statistiche e nelle consuetudini.
Taleb sostiene la sua tesi ricorrendo a un'efficace metafora zoologica: il tacchino, amorevolmente nutrito e cresciuto per molti giorni dal suo allevatore, si sentirà amato e si fiderà di lui, non immaginando che l'obiettivo del padrone è ingrassarlo e poi ucciderlo per servirlo su una tavola imbandita, magari proprio per il "Giorno del Ringraziamento".
Caratteristica principale e filo conduttore di tutte le canzoni del disco è il classico "humor all'italiana", che da sempre è proprio di Maciacchini che è compositore capace di trattare nei suo testi temi di stretissima attualità proponendoli al pubblico con la "pesante" leggerezza di una intelligentissima satira.
E su tale filo conduttore si pone anche la scelta della copertina del disco che è tratta da un'altra citazione letteraria: Maciacchini, fotografato di profilo, guarda negli occhi il tacchino nella speranza di apprendere utili lezioni di vita dall'inconsapevole volatile, avviato per eccesso di fiducia a un destino tutt'altro che invidiabile. Lo scatto è un richiamo ironico all'immagine del poeta e scrittore Eugenio Montale assorto nella contemplazione di un'upupa, a cui OSSI DI SEPPIA ha dedicato "Upupa, ilare uccello calunniato".
Tutte le undici tracce del disco sono state composte per testi e musica dallo stesso  Maciacchini che già in passato, in occasione dei lavori precedenti, ho accostato, per sensibilità artistica e vena letteraria a  Grandi Maestri come Nanni Svampa e Giorgio Gaber, giusto per citarne due dei più simili al suo modo di intendere la canzone o, forse meglio dire, il "teatro-canzone", ossia quello "spazio indefinito"  dove l'arte del saper scrivere e cantare si associa alla straordinaria capacità di interpretare con la mimica del viso e del corpo i testi stessi delle canzoni.
Già dall'iniziale GENIALE la rotta satirico-ironica del disco è tracciata  e la seguente IL SONDAGGISTA, che mette alla gogna i sondaggi fatti più a fini propagandistici che non statistici, conferma che il cantautore varesino è in gran forma, e che la sua penna non fa sconti a nessuno. 
DISGIOCHEI è canzone molto "radiofonica" mentre C'HO L'AMICO mette alla berlina i finti rapporti di amicizia spesso conditi da scarsa sincerità e da molto disinteresse.
Col brano seguente, UNA FOGLIA  si cambia, momentaneamente, registro e la canzone, che tratta di un tema "spigoloso" come la violenza sui minori, è tratteggiata da Maciacchini con tenuti note ed  è tra le più poetiche e toccanti del disco che è ispirato da una storia vera. Sublime.
INDIPENDENTI riprende la vena di pura ironia che caratterizza i primi brani del disco. In questa ballata il cantautore varesino prende  di mira la politica, i suoi costumi (o meglio, malcostumi) e le sue poco etiche "usanze". Pura Satira in  Maciacchini Style.
Luca ne ha per tutti, e così in CRETINO A SFERA  a finire nel mirino sono gli eccessi (in tutti i sensi) che circondano il mondo del calcio.
Nel brano  UN AMORE SENZA OLIO DI PALMA   si  racconta di naturisti e vegani e, anche in questo caso, non mancano gli spunti di riflessione.
A PODI MINGA PARLA' MAL DE LOR  riporta Maciacchini a stretto contatto con il suo dialetto che, nei primi anni della sua vicenda artistica, è stato parte importante della strada lungo la quale ci siamo incontrati.
SIAMO I CUCCHIAI  è un brano tutto dedicato alla fede negli ideali che era propria delle generazioni che hanno preceduto la nostra. Un inno a quei "cucchiai di legno" che scavano nella memoria per riesumare i valori "propri" della misura con cui si valuta un uomo: fiducia e speranza. 
Chiudi il disco il breve monologo LA TEORIA DEL TACCHINO.
Riassumendo, ciò che esce chiaro dai solchi di queste canzoni, la teoria del tacchino,  è lì, come un monito per tutti noi: senza fidarsi ciecamente di tutto ciò che ci viene proposto dalle persone e dai media dobbiamo arrivare a trovare un nostro "centro di gravità permanente" (per citare il Maestro Siciliano) che ci permetta di riflettere e ponderare ogni cosa con attenzione.
Gran bel lavoro quello di Luca Maciacchini. 
Disco inspirato. 
Disco Intelligente.

























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